Dam Mbili

Il progetto

La comunità di Dam Mbili è formata principalmente da gruppi appartenenti alle etnie Turkana e Pokot. I Turkana presenti in questa zona sono per lo più stanziali e dediti ad agricoltura di tipo tradizionale, mentre i Pokot sono prevalentemente nomadi che vivono di pastorizia.

La situazione generale è di povertà, dovuta ad alcuni principali fattori:

  • Insufficienza di scuole (non ci sono altre scuole nel raggio di 15km) e quindi mancanza di formazione scolastica e la conseguente incapacità di gestione delle risorse più elementari in vista di uno sviluppo che superi le forme di economia tradizionale;
  • Scarsità di fonti d’acqua per uso domestico;
  • Assenza di infrastrutture e servizi pubblici (non ci sono strade, fognature, rete elettrica, centri sanitari, altre scuole ecc.);
  • Assenza di opportunità di lavoro per le giovani generazioni e di sviluppo economico;
  • Ripetuti periodi di insicurezza sociale, razzie e tensione / scontri tra gruppi armati.

Le condizioni ambientali non sono di per sé avverse, pur trovandosi in una zona rurale semiarida (dove la pastorizia può essere favorevole). Tuttavia, un uso squilibrato delle poche risorse disponibili ne peggiora le condizioni (per esempio si verifica il fenomeno dell’ “Over-grazing”, e cioè dello sfruttamento eccessivo del terreno per pastorizia, con conseguente desertificazione).

A causa di questi fattori, si verificano diversi casi di malnutrizione infantile, e quindi di mortalità infantile.

La condizione delle donne è a dir poco sfavorevole. La società locale pratica ancora la poligamia, non considera conveniente l’educazione scolastica delle ragazze, alle donne sono affidati solo i ruoli domestici e la cura dei bambini. In diversi gruppi viene praticata l’infibulazione o altre pratiche simili.

Per questi motivi noi ci siamo concentrai nel sostenere l’istruzione, in modo da dare sia benefici individuali che promuovere lo sviluppo del Paese, espandendo le possibilità e le scelte dei ragazzi e delle ragazze coinvolti.

Crediamo infatti che la scuola offra a lungo termine la risposta migliore alle questioni sociali dello sviluppo, dell’integrazione dei diversi gruppi etnici, della sostenibilità dell’economia familiare, della maturazione umana e dello sviluppo culturale degli individui e della comunità. Ma già nell’immediato garantisce ai bambini un pasto sicuro ed equilibrato al giorno, e la possibilità di interagire con i genitori e le famiglie.

Questo è ancor più valido in questo periodo storico di emergenza sanitaria a livello mondiale a causa del virus Covid-19. Le scuole in Kenya sono state chiuse a partire dal mese di marzo 2020 per cercare di limitare il diffondersi del virus. In tutto il Paese è stato in vigore per molto tempo il coprifuoco. Questo ha reso ancora più difficili gli spostamenti interni, anche quelli necessari e autorizzati, difficili da compiere entro gli orari del coprifuoco.

Molte persone che lavoravano a Nairobi, all’inizio dell’emergenza sono tornate nei villaggi, gravando sul già delicato equilibrio delle comunità, dove scarseggia il cibo e soprattutto il denaro, che in gran parte arrivava con le rimesse dalla capitale, per acquistarlo. La situazione alimentare risulta così in grave crisi.

 

Le attività

La comunità di Dam Mbili ha espresso la necessità di costruire due nuove aule per i bambini della Primary School, avviata nel 2010 e riconosciuta da Governo nel 2018.

La costruzione di due aule in muratura permetterà agli alunni della Dam Mbili Primary School, che attualmente conta 200 iscritti, di ricevere un’adeguata istruzione in strutture sicure e adatte. La scuola, infatti, è composta da 2 aule permanenti e da 4 temporanee (in legno e lamiera), numero non sufficiente ad accogliere al meglio gli alunni, soprattutto nel rispetto del distanziamento minimo necessario al contenimento del diffondersi del virus Covid-19.

Anche gli insegnanti (6 in tutto, 2 di scuola materna, 3 di primaria e 1 impiegato) così saranno più stimolati e pronti a svolgere al meglio il loro fondamentale ruolo di formatori ed educatori. Cosa che le strutture in legno e lamiera mette a rischio. Alcuni sono anche costretti, visto l’alto numero di iscritti a svolgere le lezioni all’aperto.

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